Rottura del Menisco del Ginocchio: sintomi, diagnosi e trattamenti (conservativi, rigenerativi e chirurgici)

Dott. Gary Gambassi, chirurgo ortopedico specializzato in lesioni meniscali e ortopedia rigenerativa

Le lesioni meniscali sono tra le cause più comuni di dolore e limitazione funzionale al ginocchio. Possono derivare da traumi (torsioni, sport di contatto o cambi di direzione repentini) oppure da degenerazione progressiva del tessuto meniscale.
Il mio approccio integra valutazione clinica accurata, gestione conservativa quando indicato, terapie biologiche selezionate e chirurgia artroscopica nei casi appropriati, con l’obiettivo di preservare il più possibile il menisco e favorire un recupero stabile e duraturo.

Cos’è il menisco e tipi di lesione

I menischi (mediale e laterale) sono “cuscinetti” fibrocartilaginei che distribuiscono i carichi, stabilizzano il ginocchio e proteggono la cartilagine.
Tipi di rottura più frequenti:

  • Longitudinale (incluso “manico di secchio/bucket-handle”)

  • Radiale

  • Flap/obliqua

  • Complesssa/degenerativa

  • Root tear (rottura della radice meniscale)

  • Ramp lesion (lesione della giunzione menisco-capsulare, spesso associata a LCA)

La sede, il pattern e l’apporto vascolare (“zona rossa/bianca”) guidano la scelta terapeutica.


Sintomi e segnali d’allarme

  • Dolore localizzato alla rima articolare (mediale o laterale)

  • Gonfiore e sensazione di tensione articolare

  • Scatto, incastro o blocco (meccanico), soprattutto nelle rotture a manico di secchio

  • Cedevolezza o instabilità soggettiva

  • Limitazione del movimento, difficoltà in accovacciamento, rotazioni e scale


Diagnosi: visita, test e imaging

La diagnosi è clinico-strumentale:

  • Visita ortopedica con test specifici (tenerezza alla rima, McMurray, Thessaly) e valutazione di allineamento/legamenti.

  • Risonanza magnetica (RM): esame di riferimento per confermare tipo e sede della lesione e valutare eventuali lesioni associate (cartilagine, LCA).

  • Radiografie in carico: utili per inquadrare lo stato articolare (artrosi, osteofiti) nei pazienti over 40 o in presenza di dolore cronico.


Trattamenti conservativi

Individuati per lesioni degenerative o traumatiche stabili senza blocco:

  • Riposo relativo e modifica dei carichi nelle prime settimane

  • Fisioterapia mirata: recupero del ROM, rinforzo di quadricipite, ischiocrurali e glutei, controllo neuromuscolare

  • Terapia antalgica/antinfiammatoria quando indicata

  • Tutori e programmi di ritorno graduale all’attività
    Obiettivo: ridurre dolore, recuperare funzione e evitare interventi non necessari quando la lesione è gestibile.


Terapie infiltrative e ortopedia rigenerativa

In casi selezionati, le infiltrazioni possono modulare dolore e infiammazione e migliorare l’ambiente articolare:

  • Acido ialuronico (viscosupplementazione) per lubrificazione e comfort funzionale.

  • PRP – Plasma Ricco di Piastrine: apporto di fattori di crescita per favorire il trofismo tissutale e modulare la sinovite.

  • Cellule mesenchimali autologhe (selezione rigorosa): indicazioni specifiche, soprattutto in presenza di concomitante sofferenza cartilaginea.
    La scelta dipende da tipo di lesione, età biologica, richieste funzionali, stato cartilagineo e aspettative del paziente.


Chirurgia artroscopica: quando e quale

Indicata quando compaiono sintomi meccanici (blocco/incastro), quando il dolore persiste nonostante terapia conservativa ben condotta, o in presenza di lesioni riparabili in pazienti attivi.

Opzioni principali (artroscopia mini-invasiva):

  • Sutura meniscale (meniscal repair): prioritaria ogni volta che possibile (soprattutto in lesioni traumatiche periferiche vascolarizzate, atleti, pazienti giovani).

  • Meniscectomia parziale selettiva: rimozione del solo frammento instabile quando la sutura non è fattibile; obiettivo è preservare massimo tessuto.

  • Riparazione delle radici meniscali (root repair): fondamentale per ripristinare la funzione meniscale e ridurre il rischio di progressione artrosica.

  • Trapianto meniscale: per pazienti selezionati con menisco non più funzionale e dolore persistente, senza artrosi avanzata.

La decisione chirurgica è personalizzata, basata su pattern della lesione, qualità tissutale, stabilità legamentosa (es. LCA) e obiettivi sportivi/professionali.


Riabilitazione e tempi di recupero

I protocolli variano in base alla procedura:

  • Dopo sutura/root repair: carico e flessione protetti nelle prime settimane; progressione graduale di forza, propriocezione e corsa.

  • Dopo meniscectomia parziale: recupero spesso più rapido, con rientro alle attività leggere in poche settimane, sportivi in tempi progressivi secondo risposta clinica.

  • Focus costante su controllo del dolore, riduzione edema, recupero ROM, stabilità e schemi motori corretti.
    Obiettivo: ritorno sicuro e duraturo ad attività quotidiane e sport, evitando recidive.


Prevenzione e ritorno allo sport

  • Potenziamento di quadricipite, glutei e core; lavoro su equilibrio e controllo.

  • Tecnica di corsa/salto/cambio direzione corretta; gradualità nei carichi.

  • Valutazione biomeccanica e gestione calzature/superfici.

  • Programmi di mantenimento per ridurre rischio di nuove lesioni.


FAQ – Domande frequenti

La lesione meniscale guarisce da sola?
Alcune lesioni stabili e periferiche possono migliorare con gestione conservativa; altre richiedono riparazione o resezione selettiva.

Meglio “togliere” o “suturare” il menisco?
Quando possibile, suturare e preservare: la funzione meniscale protegge la cartilagine e la stabilità a lungo termine.

Quanto tempo per tornare a fare sport?
Dipende dal tipo di lesione e trattamento: dopo meniscectomia parziale il rientro può essere in poche settimane; dopo sutura serve un protocollo più lungo e protetto.

Cos’è una root tear e perché è importante?
È la rottura della radice meniscale: compromette la funzione del menisco come se fosse stato rimosso; spesso è indicata la riparazione.

Le infiltrazioni “ricostruiscono” il menisco?
Possono modulare dolore e infiammazione e supportare il recupero funzionale, ma non “ricostruiscono” un menisco perso; la strategia va personalizzata.


Conclusioni e contatto

La rottura del menisco richiede una valutazione mirata per scegliere tra osservazione attiva, fisioterapia, terapie rigenerative o chirurgia artroscopica di preservazione.
Il Dott. Gary Gambassi propone percorsi personalizzati per il tuo ginocchio, con attenzione alla preservazione meniscale e al ritorno sicuro alle attività.
Contattaci per una consulenza specialistica e per definire il trattamento più adatto ai tuoi obiettivi.

chi è gary gambassi chirurgo ortopedico anca e ginocchio

Sono Gary Gambassi: Chirurgo Ortopedico

Specialista in ortopedia, traumatologia e ortopedia sportiva presso la Aerztekammer Wien – Accademia Medica di Vienna (AUT).

Specializzato in cura e trattamento conservativo e chirurgico di patologie a carico di anca ginocchio e spalla.

Cura e Trattamento del dolore al rachide, piede, caviglia e mano trattamento del dolore con agopuntura Certificato (DGU) Ecografia
osteo-articolare.

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