Le lesioni meniscali sono tra le cause più comuni di dolore e limitazione funzionale al ginocchio. Possono derivare da traumi (torsioni, sport di contatto o cambi di direzione repentini) oppure da degenerazione progressiva del tessuto meniscale.
Il mio approccio integra valutazione clinica accurata, gestione conservativa quando indicato, terapie biologiche selezionate e chirurgia artroscopica nei casi appropriati, con l’obiettivo di preservare il più possibile il menisco e favorire un recupero stabile e duraturo.
I menischi (mediale e laterale) sono “cuscinetti” fibrocartilaginei che distribuiscono i carichi, stabilizzano il ginocchio e proteggono la cartilagine.
Tipi di rottura più frequenti:
Longitudinale (incluso “manico di secchio/bucket-handle”)
Radiale
Flap/obliqua
Complesssa/degenerativa
Root tear (rottura della radice meniscale)
Ramp lesion (lesione della giunzione menisco-capsulare, spesso associata a LCA)
La sede, il pattern e l’apporto vascolare (“zona rossa/bianca”) guidano la scelta terapeutica.
Dolore localizzato alla rima articolare (mediale o laterale)
Gonfiore e sensazione di tensione articolare
Scatto, incastro o blocco (meccanico), soprattutto nelle rotture a manico di secchio
Cedevolezza o instabilità soggettiva
Limitazione del movimento, difficoltà in accovacciamento, rotazioni e scale
La diagnosi è clinico-strumentale:
Visita ortopedica con test specifici (tenerezza alla rima, McMurray, Thessaly) e valutazione di allineamento/legamenti.
Risonanza magnetica (RM): esame di riferimento per confermare tipo e sede della lesione e valutare eventuali lesioni associate (cartilagine, LCA).
Radiografie in carico: utili per inquadrare lo stato articolare (artrosi, osteofiti) nei pazienti over 40 o in presenza di dolore cronico.
Individuati per lesioni degenerative o traumatiche stabili senza blocco:
Riposo relativo e modifica dei carichi nelle prime settimane
Fisioterapia mirata: recupero del ROM, rinforzo di quadricipite, ischiocrurali e glutei, controllo neuromuscolare
Terapia antalgica/antinfiammatoria quando indicata
Tutori e programmi di ritorno graduale all’attività
Obiettivo: ridurre dolore, recuperare funzione e evitare interventi non necessari quando la lesione è gestibile.
In casi selezionati, le infiltrazioni possono modulare dolore e infiammazione e migliorare l’ambiente articolare:
Acido ialuronico (viscosupplementazione) per lubrificazione e comfort funzionale.
PRP – Plasma Ricco di Piastrine: apporto di fattori di crescita per favorire il trofismo tissutale e modulare la sinovite.
Cellule mesenchimali autologhe (selezione rigorosa): indicazioni specifiche, soprattutto in presenza di concomitante sofferenza cartilaginea.
La scelta dipende da tipo di lesione, età biologica, richieste funzionali, stato cartilagineo e aspettative del paziente.
Indicata quando compaiono sintomi meccanici (blocco/incastro), quando il dolore persiste nonostante terapia conservativa ben condotta, o in presenza di lesioni riparabili in pazienti attivi.
Opzioni principali (artroscopia mini-invasiva):
Sutura meniscale (meniscal repair): prioritaria ogni volta che possibile (soprattutto in lesioni traumatiche periferiche vascolarizzate, atleti, pazienti giovani).
Meniscectomia parziale selettiva: rimozione del solo frammento instabile quando la sutura non è fattibile; obiettivo è preservare massimo tessuto.
Riparazione delle radici meniscali (root repair): fondamentale per ripristinare la funzione meniscale e ridurre il rischio di progressione artrosica.
Trapianto meniscale: per pazienti selezionati con menisco non più funzionale e dolore persistente, senza artrosi avanzata.
La decisione chirurgica è personalizzata, basata su pattern della lesione, qualità tissutale, stabilità legamentosa (es. LCA) e obiettivi sportivi/professionali.
I protocolli variano in base alla procedura:
Dopo sutura/root repair: carico e flessione protetti nelle prime settimane; progressione graduale di forza, propriocezione e corsa.
Dopo meniscectomia parziale: recupero spesso più rapido, con rientro alle attività leggere in poche settimane, sportivi in tempi progressivi secondo risposta clinica.
Focus costante su controllo del dolore, riduzione edema, recupero ROM, stabilità e schemi motori corretti.
Obiettivo: ritorno sicuro e duraturo ad attività quotidiane e sport, evitando recidive.
Potenziamento di quadricipite, glutei e core; lavoro su equilibrio e controllo.
Tecnica di corsa/salto/cambio direzione corretta; gradualità nei carichi.
Valutazione biomeccanica e gestione calzature/superfici.
Programmi di mantenimento per ridurre rischio di nuove lesioni.
La lesione meniscale guarisce da sola?
Alcune lesioni stabili e periferiche possono migliorare con gestione conservativa; altre richiedono riparazione o resezione selettiva.
Meglio “togliere” o “suturare” il menisco?
Quando possibile, suturare e preservare: la funzione meniscale protegge la cartilagine e la stabilità a lungo termine.
Quanto tempo per tornare a fare sport?
Dipende dal tipo di lesione e trattamento: dopo meniscectomia parziale il rientro può essere in poche settimane; dopo sutura serve un protocollo più lungo e protetto.
Cos’è una root tear e perché è importante?
È la rottura della radice meniscale: compromette la funzione del menisco come se fosse stato rimosso; spesso è indicata la riparazione.
Le infiltrazioni “ricostruiscono” il menisco?
Possono modulare dolore e infiammazione e supportare il recupero funzionale, ma non “ricostruiscono” un menisco perso; la strategia va personalizzata.
La rottura del menisco richiede una valutazione mirata per scegliere tra osservazione attiva, fisioterapia, terapie rigenerative o chirurgia artroscopica di preservazione.
Il Dott. Gary Gambassi propone percorsi personalizzati per il tuo ginocchio, con attenzione alla preservazione meniscale e al ritorno sicuro alle attività.
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Specialista in ortopedia, traumatologia e ortopedia sportiva presso la Aerztekammer Wien – Accademia Medica di Vienna (AUT).
Specializzato in cura e trattamento conservativo e chirurgico di patologie a carico di anca ginocchio e spalla.
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